| 
     | 
     
       Buonvicino 
        Buonvicino sorse dall'unione dei casali di Tripidone, Salvato e Trigiano 
        che era abitato certamente fin da epoca antica; la fusione avvenne comunque 
        nella seconda metà del XIV secolo. 
        Nel 1487 Buonvicino apparteneva a Girolamo Sanseverino, principe di Bisognano.Da 
        allora, attraverso gli anni, appartenne ai Sersale, ai de Paola, ai Cavalcanti 
        e infine ai Valente fino al 1881. 
        A Buonvicino visse e operò San Ciriaco, nel monastero di Santa 
        Maria del Padre, fondato nella vallata del Corvino verso la metà 
        del 9° secolo. 
        Non esistono dati precisi per datare la vita del Santo, ma quasi certamente 
        egli visse fra il 950 e il 1050. 
        "Cittadino" famoso di Buonvicino è l'illustre gastronomo 
        Ippolito Cavalcanti che morì nel 1860, 
        Da vedere l'interno della chiesa parrocchiale, che conserva frammenti 
        architettonici del tardo 500. 
        Pugnoli in ferro, muri, cocci e ossa sono stati ritrovati nei villaggi 
        di Tripidone, Salvato e Trigiano, ma sono andati perdute o sono conservati 
        in case private. Stupenda la passeggiata fino alla collina dove sorge 
        il Santuario della Madonna della Neve. Dall' alto si domina un panorama 
        unico. Dalla piazza del paese si vede domina tutta la vallata che è 
        assai fertile. Interessante anche lo sperone roccioso detto "Zaccano" 
        che pende sull'abitato. 
         
        San Ciriaco di Buonvicino 
        A causa della persecuzione iconoclastica, iniziata nel 726 e che durerà 
        116 anni, i monaci dell'ordine di San Basilio, i cosiddetti Basiliani, 
        furono costretti a fuggire dall'oriente ed a rifugiarsi in Sicilia. 
        Quando la Sicilia fu occupata dagli Arabi, raggiunsero la Calabria, dominio 
        Bizantino. 
        Lungo la valle del Corvino, I Basiliani si fermarono alla confluenza del 
        Fiumicello, nel territorio della Buonvicino d'oggi, dove formarono la 
        loro prima comunità. 
        Fondamentale fu l'opera di questi Brasiliani, che costruirono qui i loro 
        monasteri, svolsero grandiosa opera d'assistenza verso la gente del posto, 
        furono propulsori di cultura e vita religiosa. 
        Con l'abate Ciriaco, che divenne igumeno di tutta l'eparchia del Merkurion, 
        il monastero basiliano di Buonvicino, raggiunse il massimo apogeo. 
        Con lo scisma greco del 1054, la chiesa greca e quella latina si separarono 
        e fu la fine dei monasteri brasiliani. 
        Non è possibile qui esaminare tutte le vicende storiche, ma è 
        certamente vero quello che scrive lo storico Francesco Casella:"San 
        Ciriaco è stato un dono di Dio e Buonvicino un dono di San Ciriaco. 
        Senza di lui dubbia sarebbe stata la genesi di questo paese o comunque 
        con una storia diversa. 
        Diversa ma non certamente migliore". 
         
         
      | 
     | 
       |